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Epatite C: con i nuovi criteri AIFA

le cure arriveranno per tutti

 

Fino ad ora l’attenzione era riservata ai casi più gravi. Adesso gli antivirali saranno accordati a una fascia più ampia di malati,

in alcuni casi anche agli asintomatici

 

Fonte: La Stampa del 10/03/2017 Link Articolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci siamo. AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha appena aggiornato i criteri di accesso ai nuovi farmaci per la cura dell’epatite C. Dopo la prima ondata di trattamenti dei casi più gravi ora si passerà finalmente a fornire gli antivirali ad una fetta di malati più ampia, anche -in alcuni casi- agli “asintomatici”. Una decisione importante -frutto di mesi di lavoro e serrate trattative- in ottica di eradicazione della malattia. Piccolo particolare: la lotta continuerà senza i due farmaci principalmente utilizzati sino ad oggi (Harvoni e Sovaldi di Gilead), finiti in fascia C (farmaci non rimborsabili).

 

I nuovi farmaci eradicano definitivamente il virus

Da alcuni anni a questa parte la ricerca scientifica ha finalmente prodotto dei farmaci in grado di eradicare definitivamente il virus dell’epatite C. Una vera e propria pietra miliare in quanto per decenni le cure funzionavano –spesso con pesanti effetti collaterali- in meno della metà dei casi.

 

Oggi, grazie alle terapie antivirali, il virus può essere eliminato per sempre in poche settimane in oltre il 90 per cento dei casi. Il fatto di poter cancellare l’infezione è fondamentale perché con il passare del tempo l’epatite C porta ad una sempre più ridotta funzionalità epatica le cui conseguenze sono la cirrosi e i tumori al fegato. Non è un caso che questa infezione sia la principale causa di trapianto di fegato nel mondo.

 

La situazione fino ad oggi

Il primo farmaco a sbarcare sul mercato è stato quello della casa farmaceutica Gilead, l’azienda che di fatto ha dettato il cartello dei prezzi. A seguire, nel giro di poco tempo, è stato il turno di molte altre pharma. Il vero neo di tutta questa vicenda risiede nel prezzo elevato di questi principi attivi. Per quanto riguarda l’Italia, AIFA ha stabilito di curare prima i pazienti più gravi scelti sulla base di 7 criteri. Da dicembre 2014 (data di inizio delle somministrazioni presso i centri italiani) ad oggi sono state curate 69.469 persone. Un numero importante ma ampiamente inferiore agli individui che ad oggi convivono con il virus.

 

Parte la fase due di AIFA: obiettivo “eradicazione dell’epatite C”

Passata la prima fase di emergenza ora con i nuovi criteri si entra nella seconda fase nella lotta all’eradicazione della malattia. Nei nuovi criteri rientrano, ad esempio, tutti gli operatori sanitari infetti, anche coloro che hanno altre infezioni come l’HIV, malattie croniche del fegato, diabete e obesità.

 

Un ampliamento importante frutto di una politica lungimirante di negoziazione dei prezzi da parte di AIFA. Negoziazione e attesa che oggi hanno spedito direttamente in fascia C i farmaci di Gilead utilizzati sino ad ora. Alla fine la linea di AIFA –puntare sulla concorrenza tra i diversi produttori- è risultata vincente. Buone notizie giungono intanto anche sul fronte della ricerca. Alcune molecole di nuova generazione (ultima in ordine di tempo la combinazione di Abbvie) si sono dimostrate efficaci in sole 8 settimane contro le 12 di un ciclo classico. Cure più corte, maggiore risparmio e conseguente avanzo da investire per trattare tutti le persone infette. Quello che dieci anni fa sembrava un’utopia –eradicare il virus- oggi non lo è più.

@danielebanfi83